CASTRONUOVO DI SANT'ANDREA

Castronuovo di Sant’Andrea è un borgo della media valle del Sinni le cui case, poggiando con i muri esterni sull’orlo di un profondo dirupo, sembrano nascere direttamente dalla dura roccia. Il borgo ha origini molto antiche e ancora avvolte in un’aura di mistero; un’ipotesi controversa fa risalire il nome a “Castra Nova”, gli accampamenti dell’esercito del pretore Marco Licinio Crasso, che fronteggiava i rivoltosi di Spartaco, prima che questi morisse sulle rive del Bradano nel 71 a.C.

Una seconda ricostruzione collega le origini di Castronuovo alle prime invasioni barbariche avvenute nel V – VI secolo d.C. quando la popolazione agreste, dispersa nelle campagne, si rifugiò in un vecchio campo militare, restaurandolo e rinforzandolo per salvarsi dagli assalitori. L’abitato prese il nome di Castrum Novum per essere distinto dal precedente accampamento, distrutto per varie cause. Il castrum veterum si identificava con una fortezza eretta presumibilmente dai Romani nella fase della conquista della Lucania nel IV – III secolo a.C.

Dopo la decadenza dell’Impero Romano e le repentine invasioni barbariche, la Lucania fu contesa tra Longobardi e Bizantini, i quali alla fine ne ottennero il dominio. Durante questo periodo l’intera area cominciò ad essere meta di numerosi monaci greci, i quali si rifugiarono sulle montagne del territorio in grotte scavate nella roccia attorno alle quali, con il passare del tempo, vennero fondati dei veri e propri monasteri. Tra questi ricordiamo il Monastero di Carbone dei Santi Elia ed Anastasio che detenne per molti anni il potere su Castronuovo. In un documento risalente al 1059 appartenente ad un Abate dell’antico Monastero comparve per la prima volta la denominazione di “Castronuovo”. Dopo l’occupazione normanna, il territorio di Castronuovo venne incluso nella contea di Chiaromonte fino al 1320, anno in cui passò sotto il controllo dei Sanseverino, che ne detennero il possesso fino al 1496. Seguirono i dominii di diverse importanti famiglie, fino a quando, dalle  ceneri del feudalesimo sorse, nel 1808,  il Comune di Catronuovo.

L’attuale denominazione del borgo risale al 1863 ed è un omaggio a Andrea Avellino, padre teatino e autore di opere ascetiche, nato nel borgo nel 1521 e canonizzato nel 1721.

Il borgo conserva in gran parte un’ impianto medievale con stradine strette e viuzze ripide, lungo le quali si aprono file di archi che fanno da cornice a luoghi in cui il tempo sembra essersi fermato. Seguendo la strada che conduce alla parte più bassa dell’antico nucleo si incontra il Palazzo Marchesale, vasto edificio con corte interna, posizionato sulle sperone roccioso che domina il sottostante Fosso Manca. Poco distante si trova la Cappella di S. Andrea, eretta nel 1908, esattamente nel luogo in cui era situata la casa natale del Santo. Di fianco alla cappella, ad impreziosire un piccolo edificio vi è un portale in marmo di Latronico risalente al XVIII secolo. Proseguendo nella discesa si raggiunge la Chiesa Madre di Santa Maria delle Nevi costruita nel 1600 sul sito di una chiesa preesistente risalante al XIV secolo, e successivamente ampliata e rimaneggiata nei secoli successivi. Altri luoghi dal notevole valore storico, artistico e architettonico sono la Chiesa di San Filippo caratterizzata da una magnifica facciata barocca, l’ex Palazzo Speziale, e Piazza della Civiltà Contadina nella quale è possibile ammirare singolari opere di artigianato in ferro.

Castronuovo di Sant’Andrea è immerso nel verde del Parco Nazionale del Pollino, circondato dai rigogliosi boschi del Titolo, di Magrizzi e di Vaccuta, è il luogo ideale per un piacevolo soggiorno estivo, ma offre il meglio nella stagione autunnale, sia per le atmosfere e i paesaggi caratterizzati dalla presenza di calanchi, che per la ricchezza del sottobosco che offre il prezioso tartufo bianco e innumerevoli varietà di funghi. Attraverso escursioni a piedi o a cavallo è possibile raggiungere luoghi incantevoli come la grotta di stalattiti nel Fosso dello Strittolo e la località Tre Confini- S. Marcellino, luogo in cui sono stati rinvenuti i resti di una villa risalente al Primo Impero Romano.

A tavola è possibile apprezzare molte preparazioni tipiche del luogo: dal Porcellino D’India alla Cacciatora, alla tipica “rafanata” (frittata con cacio, pane e rafano), dalla pasta fatta in casa ai salumi tipici, fino al ricercatissimo Tartufo Bianco di Serrapotamo.

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