CERSOSIMO

Cersosimo è un grazioso borgo medievale della Val Sarmento che sorge alle pendici del Massiccio del Pollino. Le sue origini sono da ricercare nel IV secolo a.c, quando tribù lucane si insediarono sulla collina del Castello edificando un centro fortificato. Abbandonato come molti centri lucani dopo la conquista romana, il borgo risorse nel periodo medievale poco più in basso rispetto al primo sito, come casale del monastero di S.Maria.

Al monastero basiliano si deve il toponimo del paese “Kyr Zozymi” (da “kyr”, abate, e “Zozimus” nome del fondatore del convento). La rifondazione del borgo  risale al XVI secolo in relazione alla necessità di espansione dello Stato di Noia; il tessuto urbano, in gran parte di impostazione moderna, conserva la struttura medievale intorno alla chiesa parrocchiale. Da segnalare, in via Roma, il palazzo Valicenti, edificio risalente al XVII secolo, che seppur rimaneggiato, conserva l’aspetto di palazzo gentilizio dai bei portali. I caratteristici vicoli di Cersosimo sono stati immortalati nel documentario “Frana in Lucania” diretto dal regista-documentarista Luigi di Gianni nel 1969 e conducono indistintamente alla piazza centrale del paese, dove si trova un imponente monumento dedicato ai caduti in guerra e si può godere di una particolare veduta della Val Sarmento.

Nella parte alta del borgo una mulattiera conduce alla sommità del monte Castello dove era insediato un avamposto lucano, fortificato nel IV secolo a.c.. La parte alta era occupata da un’ acropoli vasta circa cinque ettari, circondata da una poderosa cinta muraria a blocchi di pietra squadrata ancora visibili. Dove prima sorgeva l’acropoli oggi sono in corso degli scavi archeologici che hanno portato alla scoperta di numerosi reperti, conservati al Museo Archeologico di Policoro, mentre le riproduzioni sono visibili  nell’area Museale di Cersosimo.

La cucina cersosimese si rifà alle preparazioni lente e curate della tradizione che continua ad essere tramandata alle generazioni successive. Molti piatti vengono ancora preparati sul fuoco con l’ausilio della “pignatta”, recipiente in terracotta utilizzato per la cottura di legumi, ortaggi e carni. La carne maggiormente utilizzata in cucina è quella di maiale, il cui sapore viene esaltato nel connubio con i peperoni rossi di Senise nella “cacciatora” e in tutte le preparazioni di insaccati.

Tra i primi più tradizionali ricordiamo tutte le preparazioni di pasta fresca a base di sughi di carne e in particolare i “firzuli” con la mollica di pane.

Insieme alle varie delizie a base di castagne, miele e sanguinaccio di maiale, tra i dolci non si può non annoverare gli “spumini”,  piccoli dolcetti meringati a base di albumi e noci preparati in occasione di matrimoni, comunioni, cresime e battesimi.

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