SANTUARIO MADONNA DELLA STELLA

Seminascosto tra cerri e ulivi sorge a poca distanza dal centro abitato il Santuario della Madonna della Stella edificato nel XVII secolo su un preesistente edificio bizantino del X-XI secolo, come testimonia la sua tipica cupola a calotta con tetto a gradinata poggiante su tamburo quadrato. La Chiesa conserva affreschi attribuiti a Belisario Corinzio del sec. XVII e un altare barocco anch’esso del sec. XVII.

La  Madonna della Stella è protettrice della Comunità di San Costantino Albanese e la festa si svolge la seconda domenica di maggio.

Il cuore delle celebrazioni in occasione della festa Madonna della Stella è rappresentato dall’accensione di caratteristici pupazzi denominati  nusazit che sono messi su un palco nella Piazza principale del paese, posta di fronte alla Chiesa Madre, e accesi al momento in cui la Madonna è portata fuori dalla chiesa, alla fine della messa e prima dell’inizio della processione diretta al Santuario.

I pupazzi  antropomorfi di cartapesta  sono costruiti con opportune intelaiature (armaxhi) di legno, e sono poi vestiti con i costumi raffiguranti elementi del folclore locale. Tali pupazzi sono riempiti opportunamente con polvere pirica e razzi al fine di generare un moto (in alcuni rotatorio intorno al proprio asse in altri di altro tipo) che si conclude per ognuno di essi con la detonazione finale.

Si tratta di pupazzi a grandezza naturale che raffigurano i seguenti personaggi: una donna (nusja), un pastore (Kapjel picut), due fabbri (furxharet) e il diavolo (djallthi).

La donna  è vestita con il costume di gala albanese; l’uomo, vestito con il tradizionale costume con il cappello a punta, porta due forme di ricotta; il Diavolo, solitamente raffigurato secondo l’iconografia locale, cioè con due facce, quattro corna, i piedi a zoccolo di cavallo (Këmb rrutullore),  porta in mano una forca (furrçilja) e la catena del paiolo (Kamastra);

I primi ad essere  “accesi” sono due pupazzi raffiguranti i fabbri  (furxharet) intenti a lavorare su di un incudine, successivamente vengono innescate le micce dei restanti “personaggi” nell’ordine: il pastore (Kapjel picuti) la donna (nusja) ed infine il pupazzo raffigurante il diavolo (djallthi).

Oltre ai Nusazit, in occasione della festa, viene preparato un altro pupazzo in cartapesta ed imbottito di polvere pirica, raffigurante un cavallo col Cavaliere ( Kali) pieno anch’esso di petardi, che viene acceso la sera della vigilia della festa in piazza.

Il cavallo con il cavaliere ha un telaio rettangolare ed è trasportato con passo saltellante da un uomo posto al suo interno.  I petardi, collocati attorno al telaio rettangolare, sono posti in modo da non arrecare alcun danno al volontario che trasporta il cavallo.

La tradizione dei nusazit non ha altri esempi in Italia ed è per questo che attira numerosi turisti.

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